Press "Enter" to skip to content

I Giganti di Monti Prama

Il 29 Ottobre scorso a Sassari, presso il centro di restauro e diagnostica di Li Punti, sono stati esposti al pubblico, per la prima volta dopo trentadue anni, i circa 4000 frammenti dei giganti di Monti Prama, rinvenuti fortuitamente da un agricoltore del Sinis nel 1974.

Dal GdS
Il sovrintendente Vincenzo Santoni a luglio 2005 parlava di «entusiasmo non motivato». Ma ora ritratta. I reperti, dimenticati per anni negli scantinati dei musei cagliaritani verranno finalmente ristrutturati e esposti.

ImageLe statue giganti del Mediterraneo sono figlie dei nuraghi e non della civiltà greca. Lo afferma, finalmente, Vincenzo Santoni, sovrintendente ad interim di Sassari e Nuoro: lo stesso studioso che nel luglio 2005 inviava ai giornali una lettera per spiegare che il ritrovamento dei giganti di Monti Prama non era certo un ritrovamento cruciale. E che perciò l’entusiasmo di alcuni era «non motivato».
INVECE DOPO 36 ANNI di freezer l’enigma del Sinis sembra risolto.
I nostri giganti ora hanno un nome e un’età. Ed è lo stesso Santoni a dirlo: «Epoca nuragica, bronzo finale, fra l’undicesimo e il nono secolo avanti Cristo».
Dunque prima dei greci, le statue sarde di Monti Prama, ritrovate nel Sinis nel ’70, non sono certo un ritrovamento da poco. Perché anticipano la statuaria a tutto tondo della Grecia, risalente all’ottavo secolo avanti Cristo. E inaugurano i complessi statuari del Mediterraneo: infatti, in nessuna delle civiltà sorte sulle rive del mare Nostrum è mai stata fatta una scoperta simile antecedente a quella di Monti Prama.

Una trentina di statue, alte fra i due metri e venti e i due metri e sessanta ciascuna, con piedi di misura cinquantadue, quaranta centimetri di lunghezza. Opere in arenaria, costruite quando le torri nuragiche erano strutture in uso e non cataste di pietre disposte con cura.
4mila frammenti inspiegabilmente sequestrati dal 1979 negli scantinati dei musei cagliaritani, poi trasferiti a Sassari e ora disponibili alla visita del pubblico, oggi, dalle 16 alle 19, a Li Punti, nell’unico centro di restauro dell’Isola. Facce di occhi spalancati e bocche cucite, gambe possenti, braccia piegate a stringere ora lo scudo ora l’arco, pugni tesi a scagliare la freccia o riparare il capo dai massi. Centinaia di pezzi, scavati dal tempo, apparecchiati su banconi, in serie, raccontano un sacco di cose, finalmente.

Dicono delle loro somiglianze spaventose con l’arte minuta nuragica, quella dei bronzetti, spiegano che prima erano belli, in piedi, sovrastavano chiunque potesse passare loro accanto. E testimoniano che il tempo del bronzo in Sardegna non era fatto soltanto di caccia e pesca ma di laboratori d’arte, quindi di qualcuno venuto da chissà dove, o incrociato con chissà chi, che aveva una cultura in cui le statue avevano un senso, perciò che al tempo dei nuraghi doveva anche esserci gente potente e con ricchezze economiche tali da potersi permettere di commissionare lavori simili.
Classi sociali diverse, accumulo di ricchezze, viaggi continui verso l’origine dell’arte. Verso oriente, ad esempio: perché se è vero che gli spilungoni di Monti Prama dovrebbero dimostrare la capacità isolana dello sviluppo di un’arte autoctona, bisognerà anche ammettere che prima di tutti nel Mediterraneo sono stati gli egizi, nel duemila avanti Cristo, a scolpire figure a tutto tondo. Ma mai nessuno nel Mediterraneo, prima che in Sardegna, ha lasciato ai posteri trenta giganti a guardia di un golfo.

Altro articolo tratto dal forum Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna
I Giganti Di Monte Prama
Marzo 1974, località Monti Prama, Sinis, comume di Cabras, provincia di Oristano. il contadino Sissinio Poddi sta arando. sotto la lama gli finisce una testa di pietra gigantesca. “una cosa ciclopica che quasi mi ruppe l’aratro, un arciere grande”. chiede aiuto, arrivano i rinforzi.
marzo ’74: L’Archeologo Giovanni Lilliu e Enrico Atzeni, tra le massime autorità dell’archeologia sarda, si precipitano. è sera e piove. nel fango trovano “attaccata al braccio la testa di un pugilatore”.
1979: iniziano gli scavi, tra gli altri c’è lui, il signor Carlo Tronchetti. http://www.gatc.it/biblioteca/tronchetti-sardi.htm (guardare l’immagine della copertina del libro dell’88. è uno dei giganti)
silenzio, fino al 21 giugno 2005, articolo del giornale di Sardegna.
il ritrovamento. si tratta di 30 statue alte 2 metri all’incirca, di 2700 anni fà all’incirca. Guerrieri, lottatori, pugilatori, a guardia di un sepolcro, hanno occhi come dischi solari, bocca inesistente, acconciature con treccia celtica, abito di foggia orientale, con scollo a v. sono enormi, armati. solo il piede è taglia 52
il viaggio a ritroso. si scopre che nel 2003, in maniera rocambolesca e quasi privata, le statue dei giganti vengono condotte dai polverosi magazzini del museo di Cagliari in un centro di restauro (li punti), a Sassari
in questi lunghi anni di silenzio – 32 per l’ esattezza – pare siano stati pubblicati svariati documenti accademici, non tradotti per i comuni mortali.
Scavando nelle carte, pare che gli scavi a monti prama siano stati ben più lievi e si attestino solo sugli 80 centimetri, si scopre che il tema sia arrivato in consiglio regionale, è il 4 dicembre del 2003. I capigruppo chiedono alla giunta di allora un piano economico per il recupero. non se ne farà nulla.

Sempre dal forum
Le trecce celtiche e l’abito orientale
L’acconciatura con le trecce alla maniera celtica. Un abito scollato a V, di foggia forse orientale. I bracciali che proteggono i polsi e le braccia degli arcieri decorati con dei motivi geometrici.
Gli occhi come cerchi concentrici, forse simboli solari, e la bocca appena accennata. Sono alcune delle caratteristiche dei giganti di Monti Prama.

«Questi eroi sono ignoti perché a loro è mancato un Omero», racconta il sovrintendente archeologico di Sassari Francesco Nicosia.
Ignoti ma imponenti: sono 28, forse 30 o 31 guerrieri, arcieri, lottatori e pugili alti più di due metri risalenti all’Ottavo o Settimo secolo avanti Cristo, scoperti nel 1974 a Monti Prama, nel Sinis, e abbandonati per 31 anni nel buio e nella polvere del museo di Cagliari. Uno scavo straordinario, il più importante ritrovamento di statue in pietra (calcarenite, un tipo di arenaria) tenuto nascosto forse per liti fra studiosi, forse per non stravolgere quelle teorie che vogliono gli antichi sardi quasi nani, poco avezzi alla guerra e all’arte raffinata all’infuori del bronzetto.
Oggi però questo patrimonio con pochissimi paragoni nell’intera Europa, nel Medio Oriente e nel Nord Africa, è finalmente al Centro di restauro di Li Punti, affidato alla Sovrintendenza.
«Fra un anno e mezzo le statue saranno pronte per l’esposizione», spiega Nicosia. Intanto i tecnici di Li Punti lavorano attorno al migliaio di pezzi – enormi – nei quali è frammentato l’esercito di pietra, che sembra difendesse un’area sacra costiera («si ergevano tra cielo e mare», dice Nicosia) dalle invasioni di popoli stranieri.
Le teste sono alte 50, 60 centimetri. I busti hanno le proporzioni di colossi, i piedi posati sui basamenti misurano 50, 52 di taglia. Poi gli archi e le decorazioni: i guerrieri portano le trecce alla maniera celtica o germanica e hanno gli occhi come dischi solari. Il tesoro è finora stato negato ai cittadini: vent’anni fa qualche frammento indistinguibile è stato esposto a Cagliari, ma senza spiegare di che si trattava.
Quando il restauro sarà concluso la Sardegna avrà in mano una risorsa unica nel Mediterraneo, capace di tener testa all’arte espressa da popoli ben più famosi. Un esercito di pietra con molti misteri: chi l’ha costruito? A quale scopo? E, come domanda Nicosia, «contro chi scagliavano le loro frecce questi arcieri?».
I modellini dei nuraghi
Insieme ai guerrieri, a Monti Prama sono state ritrovate le riproduzioni in arenaria di torri nuragiche, schierate insieme all’esercito di pietra forse a difesa dell’area sacra. Alti tra il metro e il metro e mezzo, questi modelli presentano, in cima, una sorta di paratie o tettoie laterali, forse l’immagine di strutture difensive in legno. La scoperta porterebbe una prova a sostegno della funzione militare dei nuraghi, costruzioni sulla cui destinazione gli studioso continuano a combattersi a colpi di saggi.

Riportiamo il Comunicato di iRS e iTB in merito ai Giganti dell’Isola

Il 29 Ottobre scorso a Sassari, presso il centro di restauro e diagnostica di Li Punti, sono stati esposti al pubblico, per la prima volta dopo trentadue anni, i circa 4000 frammenti dei giganti di Monti Prama, rinvenuti fortuitamente da un agricoltore del Sinis nel 1974.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna – è indignata dal modo in cui in questi anni si sono privati i sardi e il mondo di una scoperta e di un patrimonio di tale portata, che porta a riscrivere la storia dell’elaborazione artistica e politica dell’umanità intera.
iRS denuncia il costante atteggiamento di mistificazione storica, di autocastrazione culturale, di degradazione di tutto ciò che appartiene alla storia del nostro popolo, compresa l’epoca nuragica. Un fin troppo noto meccanismo funzionale a convincerci della nostra pochezza passata e presente.
L’atteggiamento reiterato di banalizzazione di questa e altre scoperte da parte di note personalità alla guida di varie sovrintendenze archeologiche, la dice lunga: e a poco vale il ricredersi odierno di questi personaggi, quando è già diventato palese il valore universale di quanto i sardi hanno prodotto e hanno fra le mani.
Non diversamente iRS denuncia l’atteggiamento di silenzio e colpevole disattenzione dei mezzi di informazione in Sardegna, capaci di parlare di tutto, anche delle cose più banali, tranne che di ciò che rivoluziona il sapere, dà dignità storica alla nostra terra, apre prospettive importanti per l’avvio di un’economia pulita, basata sulla conoscenza, la ricerca, il turismo culturale.
Diciamocelo chiaramente: in ogni altra parte del mondo i politici, le istituzioni, l’università, i media, la gente comune avrebbero già sbandierato e fatto vanto di una scoperta così importante. Se la Sardegna e i sardi stanno in queste condizioni è perchè non sanno amare se stessi, la propria storia, la propria libertà.
Per tutte queste ragioni, abbiamo deciso di pubblicare su TeleIndipendentzia il video di quel giorno compiendo un gesto inevitabile, necessario, di riappropriazione. In tal senso riteniamo un nostro diritto e un nostro dovere dare visibilità a tale ricchezza, al di là di qualsiasi limitazione o vincolo, in modo che divenga finalmente presente nella memoria e nella coscienza dei sardi. In modo che da qui inizi davvero l’opera di valorizzazione dei Giganti di Monti Prama e della Civiltà Nuragica. In modo che la conoscenza di un grande passato ci stimoli a prenderci tutte le responsabilità per la costruzione di un migliore futuro.

Ecco il link al video in anteprima mondiale che mostra le statue di Monti Prama.