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Racconti fantastici di Villacidro, Spagna e America Latina

Il repertorio dei racconti è quello usuale; si parla di streghe e stregoni, di lugubri bruscias (fattucchiere), di San Sisinnio, il santo protettore di Villacidro e di s’anemigu (l’avversario), ma anche di magie più o meno conosciute riproposte in luoghi differenti da quelli che tutti noi conosciamo perché le storie non sono ambientate solo a Villacidro o in Campidano, ma abbracciano uno spazio ben più vasto. Molti racconti fantastici sono in realtà ambientati nella Penisola Iberica  e in America Latina ma tutti, indistintamente, sembrano provenire da un’unica cultura, quasi esistesse un’unica soluzione  di continuo tra i paesi teatro di fole fatate. Alcune storie tuttavia colpiscono per la loro originalità, come quella di padre Espinoza, il protagonista di un racconto cileno, che è alle prese con un insolito stregone  capace di proiettarsi lontano, decapitato,  per centinaia di Km, per cogliere una rara rosa rossa nel convento delle Clarisse  a Santiago: un racconto pulito e lontano dai canoni consolidati  della stregoneria che non odora di cenere e zolfo ma profuma di candide rose.  Si scoprono poi soluzioni originali per tenere lontane le streghe, come quella di lasciare il messale aperto sul leggio alla fine della messa, oppure il poggiare una moneta nella pila dell’acqua benedetta, come riferisce il parroco di Pajares in un racconto di Valencia. Ancora si narra di antichi manufatti che hanno il potere di trasformare le donne in cogas. Altre storie come quella di don Munio Sancho de Hinojosa hanno un sapore non solo magico ma eroico ed epico: il glorioso cavaliere di Castiglia, a seguito di una gloriosa battaglia, osserva la parola data anche dopo la morte, e in spirito, si reca in Terra Santa per pregare davanti al Santo Sepolcro di Cristo.

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Il libro non parla solo di magie ma alcune storie sono dei veri e propri miti che raccontano in sostanza la nascita delle cose del mondo, è il caso della scoperta del fuoco in una storia cilena che descrive tra l’altro l’origine del giglio del bosco: i due fratelli MorotÍ e Pitá creati dalla divinità di turno per vivere in pace con le proprie famiglie, dopo alterne vicende, per cupidigia, si separarono diventando rivali e per questo vennero puniti dal loro creatore che li trasformò dapprima  in un tronco e poi in un giglio del bosco.
Quest’opera di Gian Paolo Marcialis [dopo “Sa bidda de is cogas” e  prima di “I Mercedari a Villacidro”, pubblicate rispettivamente nel 2007 e 2009, sempre dalle Edizioni Fiore] dal titolo “Racconti fantastici di Villacidro, Spagna e America Latina, Edizioni Fiore, 2008, si presenta tra l’altro impreziosita dal fatto che i brani di Spagna e America Latina sono stati tradotti dallo stesso autore che vi ha inserito anche alcuni suoi racconti.
Questo libro ha il raro pregio di farci fantasticare e di riportarci indietro nel tempo quando, seduti davanti al camino, ascoltavamo le storie antiche. Non solo vicende vissute dai narratori ma anche racconti nati per sognare e, spesso, appagare la sete di conoscenza e di magia che è in ognuno di noi»

Marco Puddu