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Rituali sardi: Maimone, Maimone, abba cheret su Laore…

maimone

Una bellissima canzone dei NUR, “Maimone” mi ha spinto a fare ricerche su questo essere fantastico della nostra magica isola.

Su Maimone si ritrova nelle maschere tradizionali sarde e viene considerata di buon auspicio, tanto che un fantoccio così chiamato veniva esposto nei campi per scongiurare e augurare una buona annata per i pastori.

Analogamente, una antica usanza, sicuramente di origine pre-cristiana, invoca Maimone in caso di annata sicitosa.
Ad Aidomaggiore in questo caso i ragazzi aiutati dai grandi realizzavano una specie di barella costituita da due canne incrociate ed al centro veniva sistemata una corona di piante di pervinca.

Questo simulacro, che doveva rappresentare la divinità della pioggia (Maimone appunto), veniva portato in processione per tutte le vie del paese. Lo stuolo di ragazzi cantava:

Maimone Maimone
Abba cheret su laore
Abba cheret su siccau
Maimone laudau

Al suono dei canti dei ragazzi, la gente veniva fuori dalle case e con dei catini aspergevano l’acqua sul Maimone e spesso bagnavano anche i ragazzi. L’ultimo “Maimone” è stato realizzato dai ragazzi con l’aiuto degli anziani, nell’annata 1999/2000 particolarmente asciutta.
I ragazzi, molto numerosi, alcuni con in testa corone di pervinca, hanno fatto il giro del paese con il Maimone. E’ stato un vero successo! Al suono del loro canto, le persone anziane sono uscite dalle loro case ed hanno rinnovato l’antico rito dell’aspersione dicendo: “isperamus chi Deus bos intendat!” ed hanno offerto ai ragazzi caramelle e dolci, ai più grandi un bicchiere di vino.
Alla fine della processione il Maimone è stato gettato nel ruscello (come si usava anticamente) per essere sommerso dall’acqua (in verità abbastanza poca).
Comunque per dovere di cronaca va detto che nei giorni successivi al rito è piovuto copiosamente!!!
Sarebbe interessante sapere cosa ne ha pensato il parroco del paese…

Un aspetto curioso è dato dalla particolare pianta che si usa per addobbare il Maimone, la pervinca. Infatti in sardo questa pianta viene chiamata “Proinca”, termine che si avvicina al verbo “Proere”, cioè Piovere, per cui lo si potrebbe intendere come “pianta che fa piovere”.

su bunduIl Prof. Mario Ligia nel suo “La Lingua dei Sardi” afferma che nella lingua Cananea la parola Maim (scritto mam) aveva, ed ha in ebraico, il valore di acqua. In tutta la Libia e Berberia “Amon” era il dio-ariete dell’acqua, ed ancor oggi, presso i Tuareg ed i Guanci delle Canarie,”amon”, “aman” significa acqua.
Che cosa voglia significare “Maimone” non è difficile da comprendere, se si tiene conto del significato delle strofe e di quanto sopraddetto: si tratta senza dubbio, d’una divinità pluvia e, precisamente dello stesso dio “AMON” libico-berbero, con la differenza che la radice del vocabolo sardo, per la presenza della vocale “i”, affonda le radici più indietro nel tempo, collegandosi direttamente con l’Asia Minore, risentendo della forma più antica, e non con l’Africa.
Maimone è sicuramente conosciuto per il suo legame con il carnevale sardo, nel quale la sopravvivenza dei diavoli presenta ancora più spiccati caratteri di arcaicità.
Secondo il Marchi, la parola serve in diversi paesi, specie nella Barbagia, per indicare tanto lo spaventapasseri, quanto una specie di idolo bacchico del Carnevale popolare.
Originariamente il termine Maimone indicava il diavolo.
Poiché Maimones erano dette le maschere che raffiguravano sembianze diaboliche, col tempo il nome si estese a tutte le maschere e si confuse con quella che era la loro vera denominazione, cioè Mamuthones.

Fonti:
http://www.luigiladu.it/mamoiada/mamuthones.htm