Nel periodo 1300/1700 la Sardegna è sotto la dominazione aragonese e poi spagnola, dopo l’unificazione della corona di Spagna.
La pessima amministrazione degli Spagnoli fece in modo che i progressi, faticosamente conquistati sotto i Giudicati, si perdessero. I viceré predoni ed i feudatari prepotenti precipiteranno l’isola in una grave situazione di crisi, abbandono e decadenza. Pestilenze, carestie e le incursioni piratesche diedero il colpo di grazia (nonostante gli Spagnoli, sul finire del 1500, fecero costruire 99 torri costiere per difendersi dai pirati Barbareschi). Dalla Spagna, nonostante tutto, giungono influssi artistici che, per tre secoli, diedero lo stile Gotico-Aragonese a numerosi monumenti (in particolare chiese parrocchiali, rare nel resto d’Italia). La Sardegna (fino a tutto XVII secolo) rimase in mani spagnole ma, poiché la Spagna aveva spostato i suoi interessi dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico, divenne un regno emarginato di un impero Mondiale.