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I Musei delle Streghe

Da Castelsardo, sul Golfo dell’Asinara, ad Aritzo, alle falde del Gennargentu, l’isola offre molti possibili appuntamenti con il mondo del mistero.

Acque limpide, spiagge dotate di tutti i servizi, barconi da pesca che costituiscono la  principale attività economica. Crocevia della cultura medievale umanistica e rinascimentale, intorno al 1500 la città di Castel Aragonese, oggi Castelsardo, arroccata su un suggestivo promontorio a picco sul mare della costa settentrionale dell’Isola, viveva un richiamo molto forte alla scienza alchemica con un folto nucleo di dotti ecclesiastici che studiavano e applicavano teorie eretiche.
Il borgo antico, nella parte alta, era considerato una fortezza inespugnabile. Il castello, cinto da un baluardo di mura, fu costruito nel 1112 dalla dinastia genovese dei Doria.
Passò poi sotto il controllo degli aragonesi e infine dei piemontesi. Il borgo è un dedalo di vie e viuzze impervie di chiara concezione medievale (un tempo si raggiungevano in groppa agli asini), che improvvisamente sorprendono affacciandosi a strapiombo sul mare cristallino.
L’antico castello dei Doria ospita al suo interno tante curiosità legate a una Sardegna magica. Il Palazzo episcopale propone mostre permanenti di estremo interesse (tel. 079.63.93.099), come Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione, in cui sono esposti gli strumenti di tortura utilizzati dagli inquisitori per ottenere la confessione di presunti maghi e streghe.
È di pochi anni fa l’eccezionale scoperta di una biblioteca di oltre quattromila volumi risalenti a Cinquecento e Seicento rimasti sepolti per secoli in un’antica cisterna nella cattedrale del castello. Numerosi manoscritti sono legati alla scienza dell’alchimia: tra i più interessanti, la Tavola Smeraldina, l’Index librorum proibitorum del 1542, a cui si aggiungono i Memorabilia dei canonici di Ampurias. Un manoscritto seicentesco di un canonico semina indizi che paiono indicare gli altari della cattedrale di Castelsardo come tappe di un percorso iniziatico. La cattedrale dell’antico castello dei Doria, con le sue cripte e i magnifici retabli del quattrocentesco Maestro di Castelsardo, ben valgono una visita. Lasciando Castelsardo, in direzione est lo sguardo sarà subito attratto, a bordo strada, dalla Roccia dell’Elefante, celebre masso di trachite modellato nei millenni dal vento fino ad assumere le sembianze di un pachiderma.

StregoneriaAd Aritzo, centro della Barbagia alle falde del Gennargentu famoso per i suoi boschi di castagno e le sue ciliegie, l’antico carcere dell’inquisizione Sa Bòvida ospita un altro museo dedicato agli strumenti di tortura e alle stregonerie. Si trova al centro del paese, inerpicato su una stretta scalinata: è una vecchia e massiccia costruzione del Seicento utilizzata fino agli anni Quaranta del secolo scorso come carcere di massima sicurezza. L’edificio presenta un sottopassaggio a sesto acuto di origine spagnola chiamato, appunto, Sa Bòvida (la volta). Il percorso si sviluppa nei vari ambienti dell’antico carcere e comprende la mostra permanente intitolata Bruxas, dedicata alla magia e alla stregoneria tra XV e XVII secolo: oggetti rituali di tipo religioso, magico e stregonesco introducono il visitatore nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni. Una parte della mostra è dedicata all’Inquisizione con una collezione di strumenti di tortura, utilizzati per secoli su migliaia di innocenti, accusati di stregoneria e di malefici (per info, tel. 0784.62.98.01). Anche il centro di Bidonì, 150 anime, offre al visitatore un ricco complesso di testimonianze storiche. Il piccolo centro in provincia di Oristano sorge a poca distanza dalla costa orientale del lago Omodeo, uno dei bacini artificiali più grandi d’Italia, ricavato dalla deviazione del fiume Tirso.
Il suo territorio ospita domus de janas, iscrizioni tombali di età romana, il tempio di Giove. L’età dell’Inquisizione e la lunga storia delle memorie ancestrali e magiche contro cui ha lottato la Chiesa sono raccontate nel museo S’omo ‘e sa Majarza (“La casa della Strega”): stregonerie dall’antichità ai giorni nostri, sulle tracce della magia nera e bianca. Il museo è nella sede del vecchio municipio (tel. 0783.69.044, su appuntamento) e vi si può osservare il Malleus Malleficarum , “Il Martello delle streghe”, un codice pubblicato nel 1486 che diverrà la guida in tutti gli interrogatori per stregoneria.

Tratto da  Magica Sardegna Maggio 2007