Il pane ha sempre avuto una grande importanza in Sardegna. Tenuto conto che e’ sempre stato l’alimento principale dei sardi, questi ne avevano un grande rispetto, tanto che in un banchetto doveva essere maneggiato con molta cura e prima di buttarlo si faceva il segno della croce.
Il vino doveva essere servito tenendo la bottiglia o la caraffa con il dorso della mano rivolta verso l’alto. Versare il vino in modo diverso significava tradimento. Il maiale in Sardegna e’ sempre stato simbolo di benessere e buon auspicio,
mentre il sedano e’ sempre stato considerato afrodisiaco.
Un vero e proprio rito antico e’ la tosatura della pecora “ sa tundimenta”. Consiste nel liberare le pecore dal manto invernale utilizzando delle arcaiche forbici.
A Funtana Santa di Bonorva doveva svolgersi il rito “dell’ordalia” o giudizio divino: chi era accusato di furto veniva portato a questa fonte, dove e’ stato portato alla luce un recinto gradonato ad anfiteatro, per essere giudicato dalla divinita’. Il presunto colpevole doveva superare una prova che avrebbe rivelato la verita’ sul furto: l’occhio dell’accusato veniva bagnato con l’acqua della fonte, dietro cui si celava la divinita’. Se l’accusato era colpevole diventava cieco altrimenti aveva un incremento della vista per effetto dell’acqua magica.
Aristotele parla nella “ Fisica” del rito sardo “dell’incubazione” (incubare=dormire) che consisteva nel dormire presso le tombe degli avi in modo tale da liberarsi dalle ossessioni grazie all’aiuto e ai consigli dei morti che attraverso il sonno comunicavano con i vivi. Questo rito sardo si svolgeva probabilmente davanti alle tombe collettive protostoriche: le tombe dei giganti che tuttoggi vengono visitate da alcuni perche’ considerate depositarie di influssi benefici.