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Racconti del mistero

coittedda villacidro

Siamo lieti di comunicarvi l’uscita del nuovo libro dell’amico Gian Paolo Marcialis, “Racconti del mistero“, una raccolta di 12 racconti ambientati nella Villacidro di streghe, fantasmi, diavoli, spiriti, entità misteriose tra tesori nascosti e tesori sfumati. Ecco uno dei racconti contenuti nel libro. Buona lettura.

racconti-del-misteroCoittedda

Nel 1946 ero ragazzino, avevo otto anni e, come molti altri bambini, si cominciava presto a lavorare, le scuole erano privilegio di pochi.

Così, anch’io cominciai ad andare dietro le pecore nella pianura di Trunconi, tra Villacidro e Serramanna.
Una sera d’inverno faceva particolarmente freddo e piovigginava.
Mio padre, dopo avermi infilato un abbondante pastrano e avermi acceso un gran fuoco al riparo di una roccia, mi lasciò solo con le pecore e tornò in paese, non prima di avermi promesso che sarebbe stato di ritorno prima della mezzanotte.

Io me ne stavo accucciato vicino al fuoco e insieme ero ben attento a custodire il gregge che pascolava sparso nei dintorni.
A un certo punto sentii chiaramente piangere un bambino poco lontano da dove mi trovavo.
Ascoltai con attenzione e riuscii a capire la direzione da dove veniva quel pianto.
Mi alzai dal focolare e feci un tratto di cammino verso quel punto.

Percorsi un breve tratto tra l’erba e le pietre e a un certo punto scorsi un ragazzino che poteva avere la mia stessa età.
Piangeva disperatamente e io presi subito di consolarlo e lo invitai ad avvicinarsi la fuoco.
Piano piano cessò di piangere e ci dirigemmo insieme verso il fuoco.
Lo invitai a sedersi per riscaldarsi e asciugarsi, visto che era tutto bagnato.
Accettò di buon grado e si protese davanti alla fiamma visibilmente sollevato. Già non piangeva più.

Notai che aveva delle scarpe esageratamente grandi e completamente malandate.
Lo invitai perciò a togliersele e riscaldarsi i piedi che sicuramente erano bagnati fradici.
Quando gli dissi questo mi guardò in modo strano e colsi nel suo volto una certa riluttanza a togliersi le scarpe.
Poi con un gesto lento ed esitante si sfilò le logore calzature e grande fu il mio spavento nel notare che i suoi piedi erano zampe di capra!

Istintivamente gettai un urlo e invocai il santo che mia madre mi ricordava sempre di pregare devotamente, San Sisinnio.
All’udire il nome del santo villacidrese, quel ragazzino improvvisamente si ritrovò avvolto da una nube giallastra e per incanto sparì, mentre tutt’intorno si spandeva un forte odore di zolfo.
Io cominciai a gridare e invocare la mamma e San Sisinnio e in quella sentii la voce di mio padre che mi chiamava.
Era giunta infatti la mezzanotte e, come promesso, era tornato per non lasciarmi solo con le pecore per tutta la notte.

Subito si accorse che era successo qualcosa di grave mi chiese cosa fosse accaduto.
Tra i singhiozzi gli raccontai tutto e mio padre, per alleggerire la tensione e fugare la paura, la buttò sul ridere: «Fiat Coittedda, fill’e coca! Mancu mali ca ti ses invocau a Santu Isinni!» (Era Piccola Coda [uno dei nomi con cui si denominava il diavolo], figlio d’oca! Meno male che hai invocato San Sisinnio!). Pochi giorni dopo mio padre notò, scolpita nella roccia dove aveva acceso il fuoco, l’impronta nitidissima di una zampa di capra: la zampa del diavolo!

Da allora non restai più solo a pascolare di notte.

Gian Paolo Marcialis

Il libro può essere acquistato:

presso la libreria “Paese d’ombre“, in Villacidro

contattando l’autore su fb: https://www.facebook.com/gian.p.marcialis