Press "Enter" to skip to content

Gli Spettri di Pietra: Archeologia e Mistero nel Parco Megalitico di Pranu Mutteddu

Parco di Pranu Mutteddu

L’isola di Sardegna è un luogo in cui la storia e la leggenda si intrecciano inestricabilmente. Tra i suoi paesaggi aspri e le sue tradizioni millenarie, esistono luoghi dove il confine tra il passato documentato e il folklore si dissolve completamente. Il Parco Archeologico di Pranu Mutteddu, nel comune di Goni, è uno di questi. Già menzionato in un articolo del sito che potete leggere qui, questo complesso archeologico offre un’opportunità unica per esplorare un antico e misterioso mondo.

Le leggende popolari sarde, conosciute come “contus de forredda” o “contus de foghile“, sono nate in tempi lontani e si tramandavano oralmente davanti all’antico focolare domestico. Queste storie, che parlano di fantasmi, streghe, folletti e anime erranti, avevano lo scopo di spiegare fenomeni come la morte e il furto di bestiame. Sono parte integrante di quella conoscenza atavica che rischia di perdersi, e il Parco di Pranu Mutteddu è un chiaro esempio di come questi racconti trovino la loro radice in luoghi reali e misteriosi.

Un Universo Megalitico che Narra Storie Antiche

Il Parco Archeologico di Pranu Mutteddu è noto come una delle più importanti e suggestive aree funerarie della Sardegna preistorica. Le sue strutture, risalenti a un’epoca lontana, sono state oggetto di scavi e studi archeologici a partire dal 1980, condotti dall’archeologo Enrico Atzeni. Il sito si caratterizza per la presenza di diversi complessi sepolcrali. Ad esempio, la Tomba IV è conosciuta anche come “la triade” per la presenza di tre menhir.

Questi sepolcri sono stati costruiti con arenaria locale e sono generalmente costituiti da due o tre anelli concentrici di pietre, che talvolta presentano un paramento gradonato per sostenere il tumulo. Al centro, è presente una camera funeraria costruita in “tecnica sub-ciclopica”, accessibile tramite un corridoio formato da lastroni di pietra.

I Menhir Protoantropomorfi e le Leggende dei Giganti

Oltre alle tombe, il parco è disseminato di menhir dalla forma “protoantropomorfa“, cioè vagamente simile a quella di un essere umano. Questa peculiarità morfologica è un ponte diretto con l’immaginario popolare che, per secoli, ha interpretato queste strutture come la dimora di esseri mitologici.

Secondo un’antica credenza popolare, le misteriose “Tombe dei Giganti” presenti in Sardegna non erano semplici sepolture preistoriche, ma erano destinate a seppellire veri e propri giganti. Il folklore attribuisce a queste imponenti strutture anche “speciali proprietà esoteriche” , alimentando il mistero che le circonda. L’idea di esseri giganteschi che un tempo camminavano sulla terra, legati a pietre sacre e luoghi di potere, è una narrazione che affascina ancora oggi.

Il Filo Invisibile del Folklore

Il Parco di Pranu Mutteddu, con le sue pietre e i suoi enigmi, è parte di un tessuto culturale più ampio, un universo narrativo che ha dato vita a figure fantastiche che popolano le notti sarde. Oltre ai giganti, i “contus de forredda” raccontano di creature come le panas, donne morte di parto condannate a lavare i panni del loro bambino per un periodo di tempo , o S’ammutadori, un demone del sonno che soffoca pastori e contadini addormentati nei campi.

C’è anche il piccolo popolo delle janas, le fate alte poco più di un palmo che abitano le misteriose “domus de janas” e custodiscono tesori che possono rivelare solo a chi non è avido. E poi Sa musca macedda, una creatura a guardia di antichi tesori, grande quanto la testa di un bue, che fa a pezzi chi non è stato scelto per trovare la ricchezza.

I menhir di Pranu Mutteddu, con la loro forma che evoca figure umane, non sono solo reperti archeologici, ma sembrano rispecchiare l’anima stessa di questo universo fantastico, dove ogni pietra e ogni angolo del paesaggio possono nascondere una storia e un segreto.

L’Eredità di Pietra e Parole

Questo articolo si propone di esplorare il delicato equilibrio tra la conoscenza scientifica, che interpreta il parco come un’area funeraria preistorica, e la ricca tradizione orale sarda che lo vede come un luogo di giganti, fantasmi e spiriti.

Is “contus de forredda” sono il modo in cui i nostri antenati hanno cercato di spiegare il mondo che li circondava, trovando nel buio della notte e nella maestosità delle pietre la materia prima per le loro narrazioni.
Le tombe megalitiche di Pranu Mutteddu sono la testimonianza tangibile di questo legame indissolubile, dove ogni pietra e ogni menhir sembrano sussurrare le storie di un tempo che fu, invitando il visitatore a guardare oltre la semplice realtà visibile e ad immergersi in un universo di “leggende e tradizioni” che continua a vivere nel cuore della Sardegna.