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Lo sviluppo dei quartieri di Cagliari

I pisani lo fortificarono in modo superbo e questo divenne la nuova Cagliari.
Nonostante i patti e le minacce del pontefice, Pisa abbandonò alla rovina la città giudicale che sorgeva presso lo stagno – Santa Igia – e la vita si svolse tutta nel Castello, con sistemi di governo del tutto simili a queli di qualsiasi altro comune. Norme particolari si trovano, comunque, nel “Breve Castelli Castri de Callari”, redatto forse a Pisa, e nel “Breve Portus Kallaretani”, che regolava i rapporti commerciali della città.

Accanto però ebbero vita feconda anche gli Appendizius, ognuno dei quali aveva un proprio sindaco: Stampace, già popolato e fiorente, e Villanova; insieme cresceva San Bartolomeo. mentre a Santa Igia restarono quei sardi che poi diedero vita al quartiere di Sant’Avendrace, detto anticamente Santa Tennera. Anche la Marina divenne presto un attivo appendiziu, che prese poi il nome di La Pola.

Le strade naquero seguendo la natura dei luoghi. In Castello, strade lunghe e strette, volte da nord a sud, portavano alle tre porte principali del quartiere: Porta del Leone, da qui entrava il commercio via mare, Porta dell’Elefante e Porta di San Pancrazio, da cui entravano le merci dall’interno; le strade communicavano tra loro attraverso vicoli e portici, aperti nelle parti più basse delle case. Nella Marina le vie naquero parallele alla costa, mentre Stampace e Villanova seguirono, più o meno, lo stesso andamento del Castello.