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S’ogu pigau e le cure popolari

Le cure relative a s’ogu pigau, s’assichidu e sa mazzina, rientrano nella cerchia della medicina popolare sarda, anche se si pongono nella casistica della dimensione magica. S’ogu pigau, il malocchio, viene visto come una minaccia costante, e chi ne viene colpito, può incorrere in malesseri fisici generici sino alla morte.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SUL MALOCCHIO IN SARDEGNA Malocchio, prevenzione, cura e formule

Portatore del malocchio può essere chiunque, donna o uomo ma difficilmente può essere un bambino.
Negli adulti di entrambi i sessi, il malocchio trae origine dal desiderio, dall’ammirazione, dall’invidia. Sentire il desiderio di qualcosa che si vede e che appartiene ad altri comporta automaticamente il rischio che questo qualcosa venga colpito nelle sue peculiarità o venga meno del tutto.

E questo rischio sussiste sia quando il desiderio viene esternato, sia quando esso resta un fatto intimo dell’individuo, o addirittura un fatto di cui il responsabile non ha piena consapevolezza.
Uguale rischio comportano anche le più comuni espressioni di ammirazione verso persone, animali o cose, soprattutto quando questa ammirazione è determinata da una particolare bellezza dell’entità in questione: un bel bambino o un bel cavallo possono anche morire, una bella pianta può seccarsi, se qualcuno esprime, o anche solo sente, ammirazione nei loro confronti e nn si adoperano le terapie del caso.

S’aqua de s’ogu – L’acqua dell’occhio

Per la cura del malocchio. Altre denominazioni: aqua licornia e aqua medallia. Molto usata anche l’espressione generica meixina de s’ogu (medicina dell’occhio). Per quanto riguarda la preparazione della medicina, esistono diverse procedure che variano non solo da paese a paese ma anche da un operatore all’altro all’interno dello stesso paese. Sono differenze di dettaglio in quanto lo schema del rito terapeutico ovunque presenta una analogia di fondo. L’elemento base è l’acqua benedetta, generalmente presa in chiesa. Per contrastare tali pratiche i parroci evitano di benedire l’acqua presente nell’acquasantiera.
Per questo motivo chi opera usa ormai l’acqua normale con lo stesso risultato.

Altri elementi usati, a seconda dell’operatore e della zona, sono: grano, olio, sale, un medaglione, le licornias (amuleti). Questi consistono in due pezzi di corno, la punta e una sezione centrale, tenuti separatamente ciascuno con uno spago in modo da poterli immergere nell’acqua durante l’esecuzione del rito.

Il malocchio è deleterio quando trae origine dall’invidia. La norma generale è che tutti possono essere portatori di malocchio ma esistono due particolarità. La prima riguarda i preti, gli storpi, i guerci e gli orbi da un occhio. Tutti questi sono alquanto temuti, perchè il loro occhio è considerato più forte di quello delle persone comuni e quindi dotato di influssi malefici superiori.
Rispetto alla norma per cui tutti possono essere portatori di malocchio, si riscontrano due particolarità.
La prima riguarda i preti, gli storpi, i guerci e gli orbi da un occhio. Il loro occhio è considerato dotato di influssi malefici superiori rispetto alle persone comuni.

La seconda è costituita dalla categoria degli individui che prendono il nome di Oghiadoris. Trattasi di persone di cui si sa senza ombra di dubbio, colpire col malocchio con più frequenza ed efficacia di qualsiasi altra persona normale.
Si trasmettono tale potere di padre in figlio per generazioni.
Nonostante venga riconosciuto dal gruppo il loro influsso, non subiscono emarginazione in quanto il fenomeno del pigai de ogu è ritenuto un fatto dei loro occhi, di cui essi in genere non sono responsabili.
Si tratta dunque di un fatto di sangue, congenito, non scelto dall’individuo, per tanto egli è, in linea di massima, assolto dagli effetti negativi di quel potere.

Vittime del malocchio possono essere non solo le persone ma anche gli animali, le piante, gli oggetti, le professioni nel loro aspetto produttivo, le amicizie, un fidanzamento.
Fra le persone vengono colpiti prevalentemente i bambini, sopratutto nella prima infanzia. I sintomi sono stati descritti spesso come uno stato di crisi improvviso, come uno svenimento, oppure come un mal di testa forte o febbre alta.

Le risposte elaborate dalla collettività contro un pericolo così diffuso e incombente sono numerose; di queste, alcune esercitano una funzione preventiva, mentre altre sono essenzialmente curative ed alcune vengono attuate nel momento in cui si crede di essere sotto l’aggressione del malocchio. Altre ancora sono da applicare quando si è già stati colpiti.

La prevenzione nei bambini avviene in modi diversi: gli si mette qualche indumento al rovescio, si nasconde tra le fasce qualche foglia di prezzemolo, gli si lega al polso un piccolo nastro verde, gli si può far indossare una collanina o un nastrino con un pezzo di “corru de crebu abbrebau” o con il pinnadeddu. Su corru abbrebau è una sezione di corno di cervo a cui l’operatore recitava la formula magica, is brebus, per darle efficacia curativa, mentre su pinnandeddu o sabbeggia è una pietra nera generalmente giavazzo, rotonda oppure ovale, da tenere al collo, per parare gli effetti del malocchio.

Se qualcuno pronuncia espressioni di ammirazione nei confronti del bambino, si rimedia agli effetti di un possibile malocchio facendoglielo toccare immediatamente.

Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e terapie magiche
Cossu Nando