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Le donne vampiro sarde, is Cogas

donne vampiro

Più volte abbiamo scritto su questo essere fantastico della tradizione sarda, sa Coga, grazie anche al prezioso aiuto dell’amico Gian Paolo Marcialis, villacidrese doc.
Villacidro è appunto il paese d’origine de is Cogas, un essere che secondo la tradizione popolare sarda, nasceva dopo una nidiata di sei femmine consecutive e quindi predestinata, già dal ventre materno a nascere strega, coga appunto.

Le cogas sono riconoscibili perché hanno una minuscola coda oppure una piccola croce pelosa sulla schiena. Erano conosciute anche con i nomi di surbiles o surtoras.

Considerate streghe e vampire poiché dedite a succhiare il sangue umano soprattutto quello dei neonati non ancora battezzati, is cogas erano temute anche per il loro potere di trasformarsi in animali, di rendersi invisibili o di spostarsi velocemente a cavalcioni su delle scope.
Si dice che bastasse rivoltare un indumento, anche indossato in quel momento, per vedersele all’improvviso di fronte, senza abiti e coperte solo dai lunghi capelli e peli.

Vi sono diverse leggende che ne parlano e ne riportiamo alcune:

“Un giovane innamorato di una ragazza bella quanto misteriosa, che lavorava nella panetteria del suo paese, decise di indagare per scoprire come mai lei alla richiesta del ragazzo di un bacio rispondesse che non poteva essere toccata fino a quando non avesse risolto un problema.
Il giovane se pur discretamente riuscì a scoprire quanto gli occorreva.
La ragazza era la settima figlia femmina consecutiva della sua famiglia e in quanto tale una coga. Il giovane però non si rassegnò a questa notizia e, convinto di poterla salvare, attese con pazienza la notte in cui sua sorella partorì.
Nel cortile della casa di sua sorella appese ad un albero una camiciola del nascituro girata al contrario, appoggiò per terra un treppiede rovesciato e attese l’arrivo de is cogas.
Il giovane non dovette aspettare molto, le streghe si presentarono tutte senza abiti ricoperte solo dai loro capelli a da peli. Tra loro c’era anche la giovane e bella amata, la quale cercò di ritrarsi non appena riconobbe il giovane.
A questo punto lui la afferrò, la trascinò sino alla cantina della casa promettendole che non le avrebbe fatto del male.

Il giovane corse nella vicina chiesa a chiedere l’intervento del parroco, il quale prese un crocifisso e una icona rappresentante un santo in veste di esorcista, e seguì il giovane.
Con grande sorpresa di entrambi nella cantina chiusa a chiave dall’esterno non trovarono nessuno, tranne un moscone che cercava la via d’uscita.
Il parroco fece accendere una candela benedetta al giovane mentre lui pronunciava delle preghiere.
Mentre la luce cominciava lentamente a rischiarare l’ambiente, il moscone aumentava di dimensioni sino a cadere per terra dal peso.
Il giovane che aveva tenuto gli occhi chiusi durante il rito, li riaprì in quel momento e vide che per terra c’era il corpo della sua amata adagiato come se dormisse.
La portarono in chiesa dove si svegliò e dove non ricordava più nulla.
Con l’aiuto del giovane e del parroco la ragazza si era liberata dal suo problema, non era più una strega.”

donne vampiro“Una donna che aveva partorito da pochi giorni, mentre svolgeva le faccende quotidiane, sentì dei rumori provenire dalla stanza dove dormiva il neonato. Quando arrivò vide che sopra il bambino c’era un grosso gatto. Capì che si trattava de sa coga, quindi prese un bastone e, con tutte le sue forze, colpì il gatto mentre scappava. La donna si accorse di avergli rotto una zampa.
Il giorno dopo andò a far visita a sua suocera e vide che aveva un braccio rotto.”

“Una coppia aveva avuto un bambino da poco. L’uomo una notte si accorse che la moglie durante il sonno respirava male. Intuì che fosse per colpa de sa coga.
La notte successiva decise di vegliare.
Quando sentì di nuovo la moglie respirare a fatica, allungò la mano e afferrò qualcosa.
Vide che era un grosso gatto.
Lo prese per il collo con fermezza, gli strofinò il muso nella cenere ancora ardente del camino e lo buttò fuori casa.
Il giorno dopo venne a sapere che una vicina di casa si era ustionata proprio il muso.”

Curiosità

Chiunque può trasformarsi in coga. L’operazione consiste nel recarsi in cimitero un venerdì notte, aprire la tomba di un defunto sepellito di recente e asportare il grasso dal cadavere.
Il grasso asportarto deve essere poi impastato con il sangue di una fanciulla vergine e con dell’olio santo.
L’unguento così ottenuto va spalmato sotto le ascelle e nella pianta del piede della futura coga. Non appena calerà la notte inizierà a tramutarsi nella spaventosa creatura.

Era tipico delle cogas lasciare segni sui corpi delle loro vittime. Tutt’oggi i lividi che si presentano sul corpo, senza aver preso colpi, vengono chiamati su mossigu ‘e coga (su mussiu de coga), il morso della strega.

Come ci si difendeva

Essendo i neonati non ancora battezzati le vittime predilette delle cogas, le mamme e le nonne appena nasceva il bambino, come precauzione, mettevano sotto il letto dove dormiva il piccolo due spiedi a croce adagiati su un treppiede rovesciato. La disposizione contraria al normale uso di questi attrezzi avrebbe disorientato sa coga distraendola dal suo obiettivo.
Oppure si posizionava una falce rivolta verso l’alto, nella porta di ingresso. Sa coga avrebbe passato tutta la notte a contare i denti della falce, poiché era incapace di contare oltre il numero sette; quindi sarebbe rimasta impegnata tutta la notte e non avrebbe fatto del male al piccolo.