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La citta e i suoi tesori archeologici sepolti dal tempo

Cagliari città di scavi. Cagliari città storica che per anni ha sepolto la sua
storia. E così il 16/02/2005, alla cittadella dei musei di Cagliari, si è parlato di due importanti scavi che interessano altrettanti siti storici cagliaritani:
la vasta area che va dalla passeggiata coperta del Bastione di San Remy alla Porta dei Leoni e la Chiesa di Santa Croce, entrambi nel rione di Castello.
Il convegno è stato organizzato dal dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche di Cagliari.

Bastione di San Remy
I lavori sono cominciati quest’estate col patrocinio della Soprintendenza ai Beni archeologici, con l’obiettivo «di utilizzare l’indagine, del periodo che va dal medioevo all’epoca sabauda – spiega la coordinatrice Rossana Martorelli – per poi riprogettare e riutilizzare il sito».
Sono state aperte e riesumate varie strutture difensive medievali, poi riutilizzate, con aggiunte strutturali in epoca pisana e spagnola. «Dietro la porta dei Leoni – spiega Sabrina Cisci – c’è una cannoniera medievale con blocchi calcarei e archi».
Tanti altri i rinvenimenti come cisterne, cunicoli, feritoie. Una loggetta
cinquecentesca , una strada che univa il bastione san Remy con la porta dei Leoni in pietra di fiume e un patibolo medioevale riutilizzato in dominazione spagnola. I lavori dureranno altri tre mesi.

Chiesa di Santa Croce
Originariamente la struttura di S.Croce era una sinagoga. Due i lotti di risanamento della chiesa. Uno per marmi, mura e pavimentazione;
il secondo interesserà altari, dipinti e sculture lignee. «Sotto il pavimento
sono state rinvenute numerose sepolture – spiega l’archeologa Carmen Locci – tanto da far pensare a un vero e proprio cimitero ebraico».
La sinagoga rimase tale sino al 1492, anno in cui gli ebrei vennero cacciati dalla città dagli spagnoli.
Nel 1565 la struttura venne donata ai Gesuiti: è probabile che fra i ritrovamenti
ci siano le reliquie di padre Vassallo. Gli scavi sono curati dalla Soprintendenza.

Articolo di Francesco Melis tratto dal Giornale di Sardegna