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Gorropu, la gola infernale

L’antica leggenda racconta che un giorno il Dio decise di salvare i pastori di Urzulei dalle frequenti scorrerie dei balentes orgolesi.

Con un fulmine quindi divise in due il Supramonte: da una parte la Barbagia e dall’ altra Ogliastra.
Al centro di queste un’orrida fenditura di roccia dove non passavano nè uomini nè animali ma solo gli spiriti dei banditi e delle animas malas, coloro cui la sorte non concesse di morrer in su lettu, “morire nel proprio letto“.

Da una parte quindi vi sono gli ovili degli orgolesi e dall’altra le pinnettas degli ogliastrini.
Gli abitanti di Urzulei hanno dovuto combattere a lungo per poter stare su questa terra; fecero il pane con le ghiande e masticavano anche erba e saliva per allenatare i morsi della fame.
In questa montagna desolata, il Supramonte, dove anche le rocce hanno un’anima, i boschi di leccio nascono dentro le pietre.
La spiegazione più probabile pare sia il fatto che alcune ghiandaie (o tortore) nascondevano le bacche nelle spaccature delle rocce calcaree: dovevano servire come provviste per i periodi più rigidi.
Qualche ghianda si trasformò in germoglio e divenne cespuglio, poi pianta e infine albero possente grazie all’acqua caduta in inverno.
In quei boschi,l’antico popolo di Urzulei contese il cibo ai maiali.
Impastate con l’argilla (che riusciva ad addolcirne l’asprezza), le ghiande diventavano, come detto prima, pane da mettere al forno tutti i giorni, spazzando via un pò della fame.

Ogni membro della comunità doveva guadagnarsi il pane, doveva essere in grado di nutrirsi da solo senza dover pesare su nessuno. Ovviamente con un’ unica eccezione per i bambini.
I vecchi invece erano condannati ad una fine tristissima: i figli infatti li accompagnavano sino alla roccia di Muccidorgiu e li buttavano giù.
Non era cattiveria ma un duro dovere da adempiere per poter garantire il cibo ai più giovani e ai fanciulli.
Era una lotta quotidiana per il pane; non era considerato barbaro uccidere i propri genitori, ma sarebbe stato ancor più terribile vedere i propri figli urlare o morire di fame.

Un’altra leggenda racconta che la pietà dei figli spingeva molte donne a offrire il seno ai propri genitori,vecchi e malati, per evitarne così la morte sicura.
Ma grazie al cielo il buon Dio aveva pensato ai poveri abitanti di Urzulei, proteggendoli dalle grinfie degli orgolesi, perchè altrimenti non avrebbero avuto più nulla: capre, vacche, maiali.
Il paese di Urzulei nonostante carestie e miserie, esiste ancora e trova ora la prosperità bramata.
Ora il paese è idealmente racchiuso dentro questi due luoghi che hanno conservato in parte la loro sacralità: Muccidorgiu, la rupe dalla quale venivano gettati i vecchi genitori malati e Gorropu, il luogo infernale, abitato dalla anime dei cattivi.

 

Racconto estrapolato da Leggende sarde di Grazia Deledda.