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La bella senza nome

la bella di sanluri

30 giugno 1409: Battaglia di Sanluri, meglio nota come “Sa Battalla”, scenario dello scontro tra sardi, capeggiati da Guglielmo II visconte di Narbona, e aragonesi, guidati da Martino il Giovane, figlio di Martino Il Vecchio re di Sicilia. Data significativa nella storia della Sardegna perché segnò la progressiva fine del Giudicato d’Arborea nonché la perdita dell’indipendenza isolana.

Ma oggi non siamo qui per parlare di scontri armati. Sono le camere da letto che ora suscitano il nostro interesse. I letti a baldacchino, le tende tirate, le lenzuola damascate, dove -tra straordinari amplessi che fecero la storia- trovò la morte Martino Il Giovane.

Dopo la vittoria contro il visconte di Narbona e l’assalto al Castello, Martino avesse fatto trucidare la popolazione del borgo, senza risparmiare donne, bambini e anziani. Chi non subì la morte fu reso schiavo e inviato in Aragona.
Una donna sola Martino tenne con sé.
Una bella sanlurese senza nome.

Di lei non esistono descrizioni, né ritratti. Qualche implicito sotteso nei carteggi spagnoli, appena un aggettivo per definirla: hermosissima.
Martino si invaghì di questa donna resa schiava dai suoi soldati e consumò con lei prolungati piaceri sessuali che lo condussero alla morte il 25 luglio, un mese dopo la vittoria. Con Martino, ultimo rampollo, muoiono anche le speranze della casata dei conti di Barcellona.

In realtà il metro rigoroso della storia riconduce il decesso di Martino alla temuta febbre pestilenziale, la malaria, che il giovane sovrano aveva contratto dalle torbide acque del Rio Mannu. Evanescente protagonista di leggende, drammi e racconti, la Bella di Sanluri della storia se ne frega. Orgogliosa ci sorride come una giudicale Giuditta che con la sola arma della sensualità ha vendicato il suo popolo. Si dice che dopo la morte di Martino, consumato dalla febbre e dal troppo amore, la bella di Sanluri ( in stato interessante) e sua madre furono condotte ad Alghero sotto la custodia di un mercante spagnolo, tal Gerardo De Doni, per la stessa volontà di Martino il Vecchio.

Da quel momento in poi di lei si persero le tracce.
Chissà se proprio da questa storia che vi abbiamo raccontato deriva il modo di dire così diffuso “Chi ti potzas cojai in Seddori”…. Che vi possiate sposare con una bella ragazza di Sanluri.
Così vi auguriamo.

Valentina Lisci

http://isoladellejanas.blogspot.it

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