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Streghe, magia e superstizioni

L’immaginario filo che collega la realtà alla fantasia è un abile regista che combina storie di “cogas” (le streghe nostrane), con avventure dall’intenso profumo d’Oriente e vicende che raccontano di civiltà passate in terre lontane. Una regia originale che cuce contorni fantastici, liberi dalle gabbie umane dello spazio e del tempo, dentro i quali si muovono accostamenti suggestivi e mondi che non esistono.

In “Racconti fantastici”, la più recente opera dello scrittore villacidrese Gian Paolo Marcialis , il filo esegue ordinatamente il copione: un percorso che la mano dello sceneggiatore ha disegnato, componendo un quadro d’insieme curioso e piacevole. Un’antologia di 88 racconti, alcuni frutto della rielaborazione fantastica della tradizione vilacidrese,  altri espressione della memoria di una Spagna arcana, altri ancora il prodotto delle leggende e dei miti andini, si susseguono nelle 230 pagine.
Gian Paolo Marcialis, insegnante di lingua spagnola, non è nuovo al mondo delle pratiche magiche. L’autore del fortunato “Sa bidda de is cogas ”, con “Racconti fantastici” supera i confini di Villacidro, capitale delle superstizioni, per volare libero verso la Spagna e i paesi dell’America Latina. Anche se il Campidano è il vero protagonista dell’opera. Raccontato da Marcialis attraverso i tempi tipici dell’ambiente rurale, avanza tra le pagine con immagini brillanti che rimandano a usi e costumi abbandonati. Lo scrittore, animato dal desiderio di non veder perdute per sempre quelle memorie, coinvolge giovani autori  nella composizione dell’antologia e, proprio con la loro collaborazione, rianima momenti di un passato lontano, che riferiscono di una terra povera e fragile.

La precarietà di una vita difficile spinge il popolo dei sardi a rivolgersi alle pratiche magiche. Così, la famigerata strega, artefice nell’immaginario collettivo di nefandezze e infamie, nella chiusa società isolana, si trasforma in una popolana pratica nell’utilizzo di erbe e unguenti, materie della terra con cui cura anima e corpo. L’attento lavoro di recupero compiuto da Marcialis, attraverso i racconti che le donne nel passato narravano ai bambini, restituisce un’immagine del mondo magico dolce e genuino, simile a quella dei miti dell’America Latina. Due mondi lontani che s’incontrano e si riconoscono come appartenenti allo stesso ceppo, fatto di innocenza e semplicità.
Una purezza che però svanisce quando i racconti giungono dalla Spagna: nella terra dei grandi re e delle ricchezze sconfinate, il cattolicesimo ha generato un sentimento persecutorio che la storia chiama Santa Inquisizione. Un’antica strategia del terrore che ha minato la libertà e il pensiero, sacrificando la gloria del lontano passato per il timore del presente. I racconti ambientati in terra iberica conducono il lettore nel fantastico mondo di Granata (il sud più profondo), per poi risalire nelle terre del lontano nord. Narrano di Cavalieri cristiani e nobili musulmani che incrociano le proprie vite, animati dal senso dell’onore e del dovere e di povere donne accusate di praticare l’arte magica.

In quel capolavoro di arte Andalusa che è l’Alhambra, il suono di un liuto meraviglioso porta con sé l’amore, mentre in Galizia Maria Soligna, vedova di un pescatore, è accusata di stregoneria dal Tribunale ecclesiastico. I testimoni che giurano di averla vista procurare incantesimi, causa di morte e di malattie, si avvantaggiano della sua prigionia occupandone i terreni e la casa.
Il percorso immaginario si conclude  nel sud America, dove l’autore ripercorre il glorioso passato dei popoli andini attraverso i miti di chi ancora, libero dalle catene dei conquistatori, può volare con la fantasia dipingendo quadri di felicità.
Nella lettura dei racconti emerge quel milieu che accomuna paesi lontani geograficamente, ma vicini culturalmente perché legati dalla lingua, dalla storia e dalle tradizioni spagnole.
Marcialis, traduttore di spagnolo e insegnante, si fa portare da questa sua passione alla ricerca di quelle radici che si ritrovano forti anche nei racconti scritti e orali della tradizione sarda.

Stefania Frigau

(pubblicato in L’Unione Sarda, inserto  “Il Sabato de L’Unione”, 17 maggio 2008)