Is praticus operavano occasionalmente e disinteressatamente, in genere in un solo ramo della scienza magica. Chi curava il malocchio, per esempio, non curava l’ernia e viceversa. Così chi faceva levare il vento era esperto ed operava esclusivamente in questo ramo, senza alcuna ostentazione.
Il vento serviva talvolta, nell’inverno, per far cadere le ghiande per nutrire il bestiame; ma sopratutto nell’estate serviva per ventilare il frumento appena trebbiato.
La calma equatoriale, che a volte seguiva alla trebbia, dava luogo a giornate piene di noia e di ansia nell’attesa di vedere spagliato il mucchio di grano dorato, frutto delle fatiche di tutto l’anno e speranza di un confortevole avvenire.
Gli elementi della pratica magica per far sollevare il vento erano due: uno scarabeo stercoraro e un capello di donna, il più lungo della sua chioma. il primo era facile da reperire nello sterco delle bestie adoperate nella trebbia; il secondo richiedeva una ricerca piutosto problematica sia perchè la donna non era sempre all’occorrenza disponibile a cedere il suo capello sia perchè non era facile individuare il più lungo delle sue trecce.
Il problema era dunque risolto quando si riusciva a procurarsi entrambe gli elementi. Su praticu se ne andava con essi in un luogo appartato di là dalle aie, legava un capo del capello ad una zampa dello scarabeo, e l’altro capo ad uno stelo di gramigna, sempre s’intende, pronunciando gli appositi brebus.
Lo scarabeo tirava arrancando per liberarsi; e così scuoteva lo stelo di gramigna, e il vento si levava soffiando sostenuto e regolare e producendo la buona ventilazione del frumento, che pioveva dal cielo posandosi in cumuli di granelli d’oro che i contadini palpavano e guardavano incantati.
Talvoltà però lo scarabeo ricalcitrava impazzito, e il vento si scatenava furioso, facendo volare e biade e grano e covoni, che ricadevano sconvolti e rimescolati quelli degli uni su quelli degli altri, rendendo poi problematica la ricomposizione delle varie proprietà. da ciò nascevano numerosi litigi e baruffe e botte e colpi di tridente.
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