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Il Lago di Baratz

L’unico lago naturale di tutta la Sardegna lo si trova nel nord dell’isola, all’interno dei vastissimi confini del Comune di Sassari, a circa 20 Km da Alghero.

Ma questo lago ha anche altre particolarità: è privo di emissario e, nonostante ciò, le sue acque continuano a scendere di livello, un po’ a causa delle scarse pioggie, un po’ in seguito al riversamento nel mare mediante l’assorbimento da parte della sabbia che compone le imponenti dune che separano l’invaso da Porto Ferro; per di più questo posto dal fascino così particolare ha da sempre alimentato leggende molto insolite, una delle quali sostiene che la vallata che oggi accoglie le acque sia dovuta allo sprofondamento del terreno che accoglieva una città (Barax), la quale oggi sarebbe sepolta da acqua e limo. Il fatto che le antiche carte della zona confermino l’esistenza di Barax, fa pensare che comunque -per quanto i passaggi nei secoli di bocca in bocca abbiano inevitabilmente distorto la realtà- qualche fondo di verità comunque possa esserci. La stessa leggenda che narra della distruzione della città riporta anche la storia di una donna che, nel tentativo di scampare al disastro, pare abbia esitato e nel voltarsi per un’ultimo sguardo alla sua casa sarebbe stata pietrificata. Chiaramente se tutto ciò fosse vero, lo scenario descritto sarebbe quello di un violentissimo terremoto di origine vulcanica con conseguente eruzione, ma senza reperti in grado di avvalorare le chiacchiere del tempo niente di certo può essere detto.

Non è invece leggenda il fatto che l’esercito tedesco avesse posto le sue basi in questa zona: non è difficile scorgere nei campi che precedono la pineta del lago i resti di edifici di evidente uso militare che un tempo accoglievano truppe ed armi, incluse numerosissime bombe. E una volta capito che la guerra non poteva più essere vinta venne ordinata la ritirata, ma la fretta era tale da non consentire il trasporto di tutto l’apparato bellico che, comunque, non poteva essere lasciato incustodito correndo il rischio di vederlo utilizzato contro loro stessi dai nemici.
Fu allora che si decise di gettare tutto nel lago, e la profondità delle acque nascose nella memoria degli abitanti della zona il ricordo di ciò sino a quando -a metà degli anni ’90- il livello non iniziò a scendere, riportando in superficie alcune delle bombe. Venne allora disposto il divieto di accesso alla pineta ed al lago e si fece una lunga e laboriosa opera di bonifica che condusse al recupero di centinaia di bombe di vario genere, un vero e proprio arsenale delle cui dimensioni nessuno aveva mai sospettato!

Dal punto di vista naturalistico l’ambiente molto particolare, popolato da numerosi volatili che hanno fatto del lago la loro dimora, fa della zona una vera oasi per gli amanti del birdwatching, i quali possono osservare numerosi uccelli acquatici, come folaghe, anatre, garzette, aironi rossi e cavalieri d’Italia.

Articolo tratto dal web