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Tempio di Giove a Bidonì

Sulla cosiddetta “montagna sacra di Bidonì” (il Monte Onnariu), in un luogo dove probabilmente fin dall’epoca preistorica era venerato il dio Toro della fecondità, sono recentemente venute alla luce le rovine di un importantissimo tempio dedicato a Giove, risalente presumibilmente al 50 a.C.

Unico in Sardegna, è tra i pochissimi dell’intero bacino Mediterraneo dedicati al dio che, secondo la mitologia latina, è il padre di tutti gli dei, corrispondente allo Zeus greco: la sua importanza è dovuta proprio al fatto che in tutto il Mediterraneo sono stati finora scoperti solo altri due templi dello stesso genere.
Fra i resti del tempio romano, posto sulla cima della collina a poche centinaia di metri dall’ultima casa del paese, spicca il magnifico altare che reca incisa su un lato l’epigrafe “IOVIS“, mentre sull’altro lato sono leggibili solo due lettere, una “D” e una “E”.
Queste due lettere potrebbero far pensare all’identificazione di Giove con una divinità locale, in quanto i Romani cercavano di imporre la loro religione non solo con la forza, ma a volte unificavano religioni diverse, come è avvenuto ad Antas (Fluminimaggiore) col tempio romano del “Sardus Pater”.
La scoperta del tempio di Bidonì dedicato a Giove ha suscitato un notevole interesse nel mondo scientifico, sia perché rappresenta un importante passo nella comprensione della penetrazione delle legioni romane in Sardegna (che tra le principali direttrici seguirono quella del fiume Tirso), ma soprattutto per la datazione del tempio stesso, tale da far ritenere che i romani si siano spinti verso l’interno dell’isola molto prima di quanto ipotizzato fin ora.

Vedi anche: S’Omo ‘e sa Majarza di Bidonì