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Pisa e Genova arrivano in Sardegna

Percorrendo la nostra isola, camminando per le nostre città o molto più semplicemente leggendo o raccontando dei “contusu” si fà o si trova spesso riferimente alla moltitudine di civiltà e culture che, nei secoli, si sono avvicendate nella nostra terra.

Con il presente articolo è nostra intenzione iniziare a raccontare in maniera breve e sintetica alcuni dei fatti storici più importanti per la nostra isola.

L’articolo di oggi spiega come i Genovesi e i Pisani abbiano avuto modo di interessarsi delle cose di Sardegna..

Nel 1015 gli Arabi di Spagna, con a capo l’emiro Mugahid Ibn Abd Allah, sbarcarono in Sardegna nonostante il disperato tentativo dei Sardi alla difesa. Nel 1016 le repubbliche marinare di Pisa e Genova si unirono ai Sardi per liberare l’isola. Pisa e Genova, in rapida espansione, s’intromisero nelle faccende sarde con l’obiettivo di controllarne i commerci e poi la politica. Così la Sardegna entra nel mondo culturale italiano. La presenza delle due repubbliche, nell’arco di circa duecento anni, portò alla fine dell’indipendenza di tre dei quattro Giudicati. Infatti, l’influenza pisana e genovese contaminò e cambiò l’assetto della società sarda. Anche i più grandi ordini di monaci comportarono un notevole avvicinamento della Sardegna alla Chiesa di Roma. Il Giudicato di Torres si mosse per primo nel richiedere ai monaci benedettini di stabilirsi nel suo territorio (correva l’anno 1063) concedendogli grandi benefici. Ai mercanti di Pisa concesse, nel 1080, privilegi, esenzioni ed immunità. Pisa e Genova non tardarono a scontrarsi tra loro e con i Giudicati “dipendenti”, aumentando ed aggravando la stato di conflitto tra i “regni sardi”. Al termine del XII secolo le dinastie sarde furono sostituite da quelle liguri e toscane (come i Doria, i Malaspina e i Della Gherardesca).