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La Vendetta

Quando, nel 1828, il captain William Henry Smyth pubblica a Londra il suo Sketch of the present state of the Island of Sardinia la Sardegna è davvero, per gli inglesi, un’isola quasi del tutto sconosciuta: e anzi, del tutto sconosciuta ai comuni lettori inglesi. Riportiamo un pezzo in cui si parla dello spirito di vendetta che anima i Sardi.

L’onore sardo, come quello della cavalleria, coniuga in sé una mescolanza eterogenea di violenza e religione, coraggio e crudeltà, e genera un rigore che spesso ha frenato gli ingiusti signori della terra nella loro corsa all’avarizia, alla lussuria e alla tirannia.

La vedova di un uomo ucciso conserva religiosamente la camicia macchiata di sangue del marito e la mostra al momento opportuno ai figli, obbligati a vendicarsi della morte del padre non appena sono in grado di farlo. Proprio prima della mia ultima visita alla Maddalena fu portato là, dalla costa prospiciente della Gallura, un ragazzo che era stato ferito gravemente in un agguato in cui avevano perso la vita suo padre, due zii e un fratello, e in cui la famiglia rivale pensava di aver ucciso tutti i propri nemici. Ma durante la notte un pastore portò in salvo il giovinetto e questi con l’aiuto di un chirurgo guarì rapidamente; ora sua madre lo sta allevando maledicendo un giorno dopo l’altro coloro i quali «hanno mangiato suo padre».

A Bonorva mi fecero vedere la casa e le terre di don Prunas Pes, un benestante le cui ricchezze ammontavano a un centinaio di capi di bestiame. Tuttavia, non potendo sopportare il benessere dei suoi vicini, egli colse l’occasione per distruggere i loro raccolti e alla fine arrivò ad uccidere per pura cattiveria dodici bellissimi cavalli di Antonio Pio, il quale, essendo circondato dal rispetto generale, obbligò il suo offensore a cercare salvezza chiudendosi per sempre in casa tra i suoi seguaci in armi e i suoi mastini. Dopo qualche tempo Pes rallentò le sue precauzioni e così durante la festa di San Pietro, nel giugno 1817, si recò in chiesa, ma mentre tornava a casa a mezzogiorno fu ucciso nella via principale a colpi di pistola, sebbene avesse intorno molti dei suoi “bravi”.
Questo mi fu raccontato da un parente del defunto, che concluse il suo discorso sottolineando con espressione di ineffabile disprezzo che il figlio di Pes era una persona vile e meschina, che viveva in spregevole sicurezza a Bosa «come un colombo». Io cercai di convincerlo che il duello, comunque biasimevole, è più virile e onorevole dell’assassinio, ma fui subito interrotto: «Perché dovresti dare un vantaggio a un uomo che ti ha offeso?».