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La Valle della Calamina a Buggerru

buggerruLa calamina (silicato e carbonato di zinco) è il nome del minerale  che si estraeva a Buggerru e che, una volta esportato verso il nord Europa, veniva trasformato in lamine di zinco indispensabili alla costruzione, o alla ristrutturazione, degli edifici di grandi città come Parigi.

A Buggerru,  dal 1865 in poi, giunse mano d’opera da tutta la Sardegna come da altre regioni d’Italia e agli inizi del ‘900 la popolazione sfiorava le 10.000 unità. I contadini fuggivano dalla precarietà del lavoro agricolo ma, di fatto, andavano incontro ad un triste destino fatto di infortuni, malattie professionali e schiavitù.  Non era facile arrivare ad invecchiare perché anche loro, come ai tempi dell’impero romano,  erano “condannati ad metalla”, diventavano cioè schiavi della miniera.

Le donne e i bambini lavoravano 10- 12 ore al giorno, non c’erano altre feste se non il giorno della paga. La società mineraria, proprietaria delle concessioni, era francese e gestiva  quasi tutto: i negozi di alimentari, i terreni , le piccole case dei minatori, l’ospedaletto e i trasporti del minerale verso Carloforte.

A quel tempo il direttore della “Societè Anonyme des mines de Malfidano (Buggerru)” era l’’ing. Achille Georgiades di Costantinopoli. A settembre del 1904, il direttore decise di modificare la pausa di riposo estiva, imponendo di anticipare di un’ora il rientro per il lavoro pomeridiano.  Questa decisione fu la causa scatenante lo sciopero di Buggerru.

I minatori non avrebbero potuto accettare un ulteriore peggioramento delle loro condizioni e così, il 3 settembre 1904, si presentarono a lavoro secondo le vecchie disposizioni. L’ing. Georgiades, temendo disordini, chiamò il prefetto di Cagliari invocando l’intervento dell’esercito. Il 4 settembre, oltre ai soldati, arrivò a Buggerru, allo scopo di mediare fra le parti, il capo della lega operaia, Giuseppe Cavallera.  La tensione, le provocazioni, l’esasperazione … la testardaggine di Georgiades fecero il resto. Alle sedici del pomeriggio iniziò una sassaiola contro i soldati e contro alcuni crumiri assoldati dalla direzione …  Le fucilate furono tante, 3 morti (Littera, Montixi, Pittau) e undici feriti di cui uno gravissimo (Pilloni). Il cielo, al tramonto, si colorò di rosso come il sangue versato nel piazzale, di fronte ai forni di calcinazione …! La camera del lavoro di Milano, dopo i fatti di Buggerru, proclamò lo sciopero generale nazionale. Era la prima volta che accadeva e l’Italia, dal 16 settembre si fermò per 4-5 giorni. Giolitti, allora capo del governo, fu costretto a rassegnare le dimissioni e indire nuove elezioni.

I libro “La valle della Calamina” racconta la vita dei minatori, delle donne e dei ragazzi che per necessità facevano il doppio lavoro di pescatori proprio come a Serifos, una bellissima isola greca delle Cicladi. Anche lì le miniere erano gestite da una società francese e anche lì nel 1916, per sedare uno sciopero, fu richiesto l’intervento dell’esercito. Un  sindacalista, una sassaiola, le fucilate …. e quattro morti. Uno dei dirigenti della miniera greca si chiamava Georgiades, era ingegnere minerario e anche lui era nato a Costantinopoli ed aveva studiato a Parigi. Proprio come il direttore di Buggerru … una lunga serie di coincidenze incredibili! L’episodio di Serifos viene ricordato come la prima rivolta operaia della Grecia moderna e anche lì, come a Buggerru, c’è un monumento che ricorda il sacrificio dei minatori per la conquista di maggiore dignità nel lavoro.
Nei prossimi mesi, con l’aiuto del sindaco di Buggerru, porteremo a termine un gemellaggio con Serifos.

Roberto Fadda