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Il tunnel sotto il colle di San Michele

Sul colle di San Michele, in un vasto spiazzo sul lato est dello stesso, quasi adiacente agli impianti dell’acquedotto, si apre l’imboccatura di un lungo tunnel in cemento armato iniziato durante la seconda guerra mondiale e completato durante gli anni successivi.

Sul colle di San Michele, in un vasto spiazzo sul lato est dello stesso, quasi adiacente agli impianti dell’acquedotto, si apre l’imboccatura di un lungo tunnel in cemento armato iniziato durante la seconda guerra mondiale e completato durante gli anni successivi. Non so se il tunnel è ancora visibile dopo la ristrutturazione del castello, o se è stato completamente murato.

Castello di San MicheleLa galleria era di proprietà della Marina Militare, ed era adibita a polveriera e deposito di materiali; poi, dopo la smilitarizzazione del colle nel 1977, fu abbandonata.

L’ingresso del tunnel, interamente rivestito in cemento armato, si trova ad una quota di poco inferiore a quella del Castello. Ad una ventina di metri dall’ingresso il tunnel devia ad angolo retto verso sinistra, devia ancora di 45 gradi a destra, e poi si trasforma in lunghissima scalinata di 174 gradini che scendono nel cuore della montagna. All’inizio della scalinata sono presenti postazioni per mitragliatrice in funzione di controllo degli accessi al tunnel. Altri ambienti laterali si diramano dai pianerottoli tra le rampe della scalinata, probabilmente con funzioni di magazzino.

La scalinata procede sempre rettilinea scendendo di quota di circa quaranta metri, poi ridiventa tunnel, che devia immediatamente di 45 gradi a sinistra, e prosegue diritto con un lunghissimo corridoio su cui si affacciano stanze da entrambi i lati. Alla fine del corridoio, chiusa da un robusta porta di metallo, è l’uscita su via Sirai. Io ci sono entrato nel 1988 circa e sono riuscito ad uscire.

Gli ambienti interni, che si presentano complessivamente in buone condizioni, hanno dimensioni molto variabile: si passa infatti da vani molto larghi di una sessantina di metri quadri a stanzette di sette o otto metri quadri.

Una terza uscita di emergenza, che poteva all’occasione diventare un’entrata di emergenza in caso di bombardamento aereo, era possibile attraverso un pozzo verticale di una quarantina di metri, con scale di ferro alle pareti, che metteva in comunicazione la galleria con le casermette militari nella parte alta del colle, dove probabilmente soggiornavano i militari di guardia. Quelle casermette attualmente sono state ristrutturate e trasformate in ristorante.

Castello di San MicheleNell’agosto del 1953 in questa galleria avvenne un incidente mortale sul lavoro. Un giovane operaio di Pirri, tale Teodoro Vacca, vi perse la vita travolto dal cedimento di un legno di armatura mentre era intento al lavoro di perforazione. In un remoto angolo della galleria è ancora visibile una grande croce nera dipinta nella parete, con un’iscrizione sottostante graffita nell’intonaco, che ricorda la data dell’incidente ed il nome dello sfortunato operaio.

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